“Questa che vedete alle mie spalle è la sonda Exomars 2016 che nei prossimi mesi sarà lanciata verso il pianeta Marte“.
Walter Cugno, direttore del progetto ExoMars di Thales Alenia Space è commosso quasi come un papà alla laurea del figlio, mentre presenta a Cannes, in Francia, la sonda europea pronta a lasciare lo stabilimento per volare, nel marzo del 2016, sul pianeta rosso a bordo di un razzo russo Soyuz, dal cosmodromo di Baikonur, nel Kazakhstan.
Si tratta della prima di 2 missioni dell’Esa che, per la prima volta, porteranno l’Europa a “calpestare” il suolo marziano, con un lander prima e, nel 2018, con un rover che scaverà fino a 2 metri di profondità. Scopo: trovare eventuali tracce di vita passata o presente.
“È importantissimo andare a studiare la morfologia del pianeta e la presenza di forme di vita passate – ha continuato Cugno – e capire i meccanismi che hanno portato il pianeta alle condizioni attuali e che potrebbero ripetersi sulla Terra”.
La sonda è composta da due moduli: il più grande, 3 metri e mezzo d’altezza per 2 di larghezza e altrettanti di profondità con una massa di 4.332 Kg, è l’orbiter denominato Tgo (Trace gas orbiter) che girerà attorno al pianeta per assaggiare l’atmosfera con i suoi strumenti alla ricerca di gas che denunciano eventuali passate attività biologiche su Marte. Sulla sua cima invece, è fissato il lander, dal diametro di 1 metro e 65, che prende il nome da Giovanni Schiapparelli, l’astronomo che per primo mappò la superficie marziana. Prima di atterrare verrà frenato da un gigantesco paracadute supersonico.
Ad ExoMars 2016 contribuisce anche Finmeccanica-Selex ES con diversi strumenti montati sul lander, con i sensori di assetto stellari per l’orbiter e con il cuore optronico dello strumento d’osservazione Cassis, oltre ai pannelli fotovoltaici da 2mila Watt e al trapano del rover che verrà lanciato nel 2018.